In occasione della XXV edizione del FOSOF di Salerno, abbiamo intervistato il prof. Luigi Petti, docente presso l’Università degli Studi di Salerno.
1. In che misura il Sismabonus può rilanciare il mercato dell’edilizia?
Il Sismabonus è uno strumento, il primo, che da la possibilità di intervenire in modo esteso sul costruito esistente con l’obiettivo esplicito di migliorarne la sicurezza, non solo sismica.
L’efficacia dell’iniziativa sarà naturalmente legata alla capacità (anche economica) dei proprietari e dei gestori di immobili di attivarsi; è evidente che le particolari modalità di sgravio previste, la frammentazione delle proprietà che caratterizza il nostro Paese e le modalità di cessione del credito sono determinanti per il successo dell’iniziativa.
Il mercato potenziale è particolarmente ampio, dalle stime ufficiali risulta che più dei due terzi degli italiani vivono in condizioni di elevato rischio sismico. In tale contesto le imprese ed i professionisti possono giocare un ruolo sostanziale.
2. Quali aspetti del Sismabonus potrebbero essere migliorati?
Tra gli elementi che potrebbero determinare il successo dell’iniziativa, certamente le modalità di cessione del credito rappresentano un elemento chiave. Su tale aspetto è necessario sicuramente porre più attenzione da parte del legislatore al fine di ampliare le possibilità di supporto ai proprietari.
La possibilità di attivare sinergie tra gli attori del mercato edilizio, i principali sistemi di credito ed i proprietari potrebbe determinare condizioni particolarmente favorevoli all’avvio di interventi di messa in sicurezza del territorio, con indubbio beneficio per il Paese.
Un ulteriore aspetto di rilievo, cui si dovrebbe iniziare a pensare, è l’uso della classificazione sismica degli edifici nel mercato immobiliare al fine di supportare una scelta più conscia da parte delle famiglie nell’acquisto di una abitazione. Penso a quanto si è fatto con la classificazione energetica che oggi richiede una esplicita dichiarazione negli atti di compravendita. Una simile iniziativa comporterebbe sicuramente un incentivo a migliorare le politiche di messa in sicurezza degli immobili.
3. Sarà previsto un aggiornamento normativo a breve.
Quali aspetti sono più interessati dalle modifiche introdotte?
Le norme tecniche italiane pongono da tempo particolare attenzione alla verifica delle condizioni di sicurezza degli edifici esistenti, fornendo strumenti e metodologie.
In tale contesto l’accertamento delle condizioni di fatto gioca un ruolo fondamentale; non è solo un aspetto tecnico, ma anche un aspetto culturale che dovrebbe entrare a far parte della vita di ogni cittadino: le abitazioni in cui viviamo non “durano” per sempre; invecchiano, si danneggiano…
Le nuove norme chiariscono ulteriormente alcuni aspetti sulle metodologie di indagine e di verifica, e confermano l’importanza di procedere a verifica ogni volta che un mutamento di condizioni potrebbe incidere sulla sicurezza, tra cui proprio il decadimento delle proprietà dei materiali a causa, ad esempio, della carbonatazione dei calcestruzzi e/o della corrosione delle barre di armature; ma anche il riscontro di errori di progettazione e/o incapacità evidenti del sistema strutturale, così come le modifiche intervenute nel tempo, dovrebbero essere considerati.
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Scarica le slide della conferenza del prof. Petti al FOSOF: “La verifica della sicurezza strutturale ai fini della classificazione sismica”.