Le pareti duttili, come già visto nell’articolo pubblicato il 4 maggio, sono progettate considerando che si sviluppi una sola cerniera plastica in corrispondenza della sezione di base, rimanendo in campo elastico nel resto dell’altezza. Nell’ottica di progettazione per capacità, al fine da assicurare che la rottura di tipo fragile avvenga solo dopo quella di tipo duttile, la domanda a taglio si ottiene incrementando il taglio sollecitante di un fattore, che si differenzia a seconda se la parete sia tozza o snella. Tale fattore vale:
- per pareti snelle
- per pareti tozze
dove:
- γRd è il fattore di sovra-resistenza, pari a 1.2;
- q è il fattore di comportamento;
- MRd è il momento resistente alla base della parete;
- MEd è il momento sollecitante alla base;
- Se(T1) è il valore dell’accelerazione dello spettro elastico in corrispondenza del primo periodo di vibrazione della struttura;
- Se(TC) fa riferimento all’accelerazione in corrispondenza del tratto a velocità costante dello spettro di risposta.
Nella determinazione del taglio sollecitante di progetto VEd, si noti come in ogni caso l’amplificazione della sollecitazione derivante dall’analisi elastica, considerando l’azione sismica di progetto, deve essere minore del valore del fattore di comportamento q.
Infatti se così non fosse, il taglio di progetto potrebbe risultare maggiore del valore calcolato considerando uno spettro elastico (q=1) che rappresenta la massima forza che realmente agisce sulla struttura.
Per le pareti snelle il termine Se(TC)/Se(T1) ha lo scopo di portare in conto l’incremento del taglio derivante da modi di vibrare superiori al primo. All’aumentare di T1, diminuisce Se(TC) e di conseguenza aumenta il valore del coefficiente di amplificazione per riflettere l’aumento dell’effetto del taglio sui modi superiori.
La verifica a taglio va condotta considerando tre tipologie di rottura: taglio-compressione del calcestruzzo, taglio-trazione dell’acciaio e scorrimento nelle zone dissipative.
Rottura a taglio compressione dell’anima:
essendo:
- αc un coefficiente maggiorativo (si veda il paragrafo 4.1.2.3.5.2 delle NTC 2018);
- α è l’angolo di inclinazione dell’armatura a taglio rispetto all’asse della parete (generalmente 90°);
- 8 lw è il valore che si assume per il braccio della coppia interna d, il cui calcolo risulterebbe complesso data la presenza di armatura a flessione diffusa nella sezione trasversale della parete.
Nelle zone dissipative si assume:
Rottura a taglio trazione dell’armatura
Per la verifica dell’armatura dell’anima della parete è necessario valutare preliminarmente il rapporto di taglio αS, rappresentativo dell’interazione flessione-taglio.
Se αS ≥2 la resistenza a taglio-trazione vale:
La formulazione è la stessa che si utilizza per la verifica a taglio della travi, infatti valori di αS > 2 sono rappresentativi del caso in cui la sollecitazione di flessione è predominante rispetto a quella di taglio.
Viceversa le relazioni da utilizzare sono le seguenti:
dove:
- ρh e ρv sono i rapporti tra l’area di armatura, rispettivamente orizzontale e verticale, e l’area della sezione di calcestruzzo;
- fyd,h e fyd,v sono i valori di progetto della resistenza dell’armatura;
- NEd è lo sforzo normale, positivo se di compressione.
Osservando la seconda relazione si può notare che il termine al primo membro è rappresentativo dell’effetto dell’armatura trasversale, quello al secondo è relativo invece alla resistenza a trazione dell’armatura longitudinale; ciò significa che la norma fissa implicitamente un limite all’armatura trasversale. Valori di αS < 2 sono rappresentativi di pareti tozze per le quali il meccanismo resistente a taglio a traliccio è poco rappresentativo del comportamento reale, rappresentato da una forte interazione tra taglio e flessione.
Verifica a Scorrimento nelle zone dissipative
La resistenza a taglio nei confronti dello scorrimento è somma di tre aliquote:
- Effetto spinotto delle armature verticali Vdd
- Contributo dell’attrito Vfd
- Aliquota dovuta alle armature inclinate (se) presenti alla base Vid
La prima resistenza è legata al contributo offerto dal calcestruzzo, la seconda invece alla capacità di resistenza a taglio dell’acciaio: il fattore riduttivo 0.25 tiene conto che le barre sono sollecitate a taglio e non a trazione e che parte dell’armatura longitudinale è assorbita dalla flessione.
La resistenza dovuto all’attrito dipende principalmente dalla compressione che agisce sul piano di scorrimento, moltiplicata per un coefficiente d’attrito μf pari a 0.6. È opportuno sottolineare che i ferri che resistono allo scorrimento, cioè al tranciamento della parete, sono quelli longitudinali di area complessiva pari a Asj. Qualora la verifica non fosse soddisfatta si dovrebbero aggiungere ulteriori armature verticali che andrebbero però ad aumentare il momento resistente della parete e quindi il taglio sollecitante di progetto (gerarchia momento-taglio), generando così un processo di progettazione e verifica di tipo iterativo. Per tale motivo la norma prevede l’inserimento di armature inclinate la cui componente orizzontale della resistenza è benefica per evitare scorrimento, mentre quella verticale non fa aumentare eccessivamente la resistenza a flessione della parete.
La verifica alla scorrimento va effettuata nelle zone critiche e in corrispondenza dei possibili piani di scorrimento, ad esempio: nei punti di interruzione e getto del calcestruzzo, giunti, ecc.
È necessario, infine, per le pareti tozze, che l’armatura inclinata sia tale da assorbire almeno la metà del taglio sollecitante.
Tutte queste verifiche sono contemplate e svolte in automatico all’interno di IperSpaceBIM.
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